Congiuntura in deflazione e Mercati azionari

Novembre

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Nella penultima settimana di Ottobre, dopo aver accantonato un’ottava all’insegna del picco della volatilità del 2014, l’attività è ripresa dalle borse azionarie ma con un’attenta riflessione sulle vere cause della “tempesta perfetta” che ha visto uniti nella correzione Paesi e mercati finanziari sia sul reddito fisso che sulle azioni come raramente in passato.

Che il rischio geopolitico sia entrato di diritto nei portafogli e che l’Unione Europea abbia peccato di scarsa lungimiranza nell’aderire a misure sanzionatorie contro la Russia con una ripresa così fragile è sotto gli occhi di tutti, e purtroppo è andato a scapito anche e soprattutto di molte PMI italiane. Si sa poi che le sanzioni puniscono solo le popolazioni ma non gli apparati governativi che riescono sempre e comunque a “bypassarle” grazie ai famosi Paesi neutrali e/o compiacenti. E se le variabili geopolitiche non mancano, (dal conflitto russo-ucraino a quello ISIS contro il resto del mondo), è stato trascurato il cambio epocale congiunturale che, complice anche l’innesco di un trend ribassista di lungo termine sul petrolio, accomuna i continenti ma soprattutto ha colpito in primis i Paesi sviluppati sin dal 2012, ed ora si sta estendendo ai Paesi emergenti. E’ un fatto che l’inflazione globale è storicamente bassa e che le economie G7 mostrano una situazione deflattiva e di stagnazione economica che per ora ha avuto come unico caso nella storia del Dopoguerra il Giappone. Dalla metà del 2013 si è fatta più evidente la crisi macro europea in contemporanea con il ritiro degli stimoli economici e finanziari da parte della Cina e la sospensione della stretta fiscale sia in Europa che negli Stati Uniti.

Così il 20 Ottobre l’indice MSCI Asia Pacific è salito del 2.1% sulla notizia che i fondi pensione giapponesi aumenteranno la loro allocazione sulle azioni domestiche al 25% dal 12% attuale. Una notizia che ha permesso di accantonare le dimissioni di alcuni Ministeri chiave del Governo Abe e di rivedere parte della strategia che continua a favorire i mercati azionari asiatici, anche emergenti, ed ovviamente Giappone incluso. Il traino cinese è ovviamente sempre presente ma con dati di PIL in calo che ha costretto gli analisti a rivedere le stime a ridosso del 7% rispetto all’8% di inizio anno e quindi a valutare almeno un paio di tagli sui tassi ufficiali per il prossimo anno nonché’ un ‘accelerazione ed ulteriore ampliamento degli accordi valutari e intergovernativi per l’internazionalizzazione dello yuan.

E mentre i mercati latinoamericani pare siano tagliati fuori dai per lo stretto legame con un mercato delle commodity ormai imballato,  e che offre solo opportunità molto limitate e selezionate di performance, non c’e’ dubbio che   le aspettative di un effetto ricaduta in contrazione sugli utili delle corporates Usa che dal 2015 cominceranno a pagare l’apprezzamento del  dollaro Usa siano ben riposte. Cosi’ i flussi di portafoglio sposeranno quella che ora pare una “contrarian view” ma che pagherà sui mercati azionari europei con una particolare attenzione alle Large Caps ed ai Financials, questi ultimi superati gli stress test mostreranno un miglioramento strutturale e creditizio nonché una ripresa della domanda sui prestiti come auspicato da BCE e FMI.

Il peso dei mercati azionari si e’ indubbiamente ridimensionato ma resta ben presente nelle allocazioni che guardano al prossimo anno, alla luce della consapevolezza che per la componente governativa, e obbligazionaria piu’ in generale,  occorre tenersi su prodotti liquidi e facilmente liquidabili e visto che la situazione della liquidita’ resta asimmetrica rispetto ai ritorni attesi in situazioni di volatilita’ elevata, soprattutto nell’attuale fase di recupero dai minimi.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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