UE Uber Alles

Settembre

27

by Claudia Segre // in

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Dopo le elezioni tedesche si guarda ora alle prossime elezioni europee del maggio 2014 con la convinzione  che, nonostante tutto e dopo anni di crisi globale che ha messo alle corde l’Unione Europea, le istanze anti-europeistiche non ce l’abbiamo fatta ad affermarsi politicamente. Inoltre, la locomotiva tedesca ha ripreso pienamente il suo ruolo, forte anche della vittoria del “tre volte” Cancelliere Angela Merkel.

Occorre però restare vigili per i prossimi 6 mesi, visti anche i casi di Grecia, Bulgaria e Romania, perché il processo di affermazione dell’Unione Bancaria e i nuovi poteri che ne deriveranno per il Parlamento Europeo, restano una fase cruciale per il consolidamento delle istituzioni comunitarie, nonché dello stesso Progetto di Unione Bancaria.

L’esigenza di mantenere il sentiment “stabile” nella UE limiterà quindi gli eccessi visti dalla Germania nei mesi passati, in parte dovuti ad “esigenze elettorali”. Per uscire poi dall’imbarazzo della questione OMT, sul quale si aspetta il pronunciamento giuridico della Corte Costituzionale tedesca (GCC), il Fondo Monetario Internazionale viene in aiuto della Germania rilanciando un progetto che scioglierebbe i timori tedeschi di vedere il loro bilancio messo a rischio.
Tale progetto prevede un’Autorità Centrale per la gestione di Bilanci. Uno strumento di vigilanza che tenderebbe a limitare gli effetti negativi di possibili shock futuri derivanti da crisi economiche o finanziarie che colpiscano uno o più Paesi  dell’Eurozona. Una sorta di Fondo Europeo di “mutuo soccorso”, di proporzioni più ampie dell’attuale bilancio comunitario a 28, pari al 2.5% del PIL UE cioè dotato di almeno di 200 miliardi di euro,  alimentato da contributi proporzionali e parametrati al PIL, capace di incidere su vari aspetti fiscali e finanziari. Fra l’altro, il Fondo potrebbe anche emettere Eurobonds e comminare sanzioni o sospensioni nei pagamenti in caso di violazione dei parametri di deficit e debito. Del resto si sa bene che gli impegni presi con il Fiscal Compact necessitano pesanti riforme di gestione di bilancio e della spesa pubblica, soprattutto per Italia e Spagna.
Quindi sull’annosa questione dello spread Btp/Bund, conviene ora guardare al decennale tedesco dopo che la zona di “vendita strategica” è stata definitivamente cavalcata con un rendimento che punta al 2.10% come target di fine anno. Sarebbe la rottura rispetto a quel 2.08% già toccato di recente, ma subito rientrato sulle parole di Draghi di un possibile nuovo LTRO. Ne consegue che anche gli spread di Italia e Spagna vivrebbero un’ ulteriore e fisiologica diminuzione.

Va condivisa tuttavia la strategia del Governatore BCE di far scendere i rendimenti dei Bund tedeschi per aiutare la periferia. Dato il quadro in evoluzione, ancora una volta, dobbiamo porgere un grazie sentito al Bund e alla Cancelliera Merkel per aver tenuto la barra dritta di un’Unione europea ancora fragile economicamente ma con ottime prospettive di investimento, dai minibond agli High Yield, dai governativi periferici alle azioni delle corporates, che stanno cavalcando la ripresa delle esportazioni.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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