Quasi allo scadere dello ‘shutdown’ e alla vigilia di un accordo dell’ultima ora sull’aumento del tetto del debito Usa si fanno i conti con un PIL che sta subendo gli effetti di una frenata pericolosa per l’economia Usa e il mercato dei Treasuries. Con i cinesi che scalpitano e gli europei che fanno spallucce lasciandosi trascinare da un FTSE MIB oltre quota 19.000 ecco il solito belga a rovinare la festa del decoupling UE.
Accantonato ormai il ricordo del prelievo forzoso imposto dal Governo cipriota sui conti correnti a Marzo il giornale belga L’Echo lancia l’allarme tassazione sui depositi dopo un’attenta rilettura del Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale presentato pochi giorni fa nel Meeting Annuale d’autunno. Il famigerato Box.6 all’interno del Fiscal Monitor fa scatenare le voci su una possibile “patrimoniale” anche in Italia nel momento in cui il Governo italiano varava la Legge di Stabilita’ lasciando intatta la spesa sociale.
La fuga di capitali alimentata dall’incertezza politica sin dallo scorso anno ha toccato il suo culmine nel primo semestre di quest’anno , e da Washington il nostro Ministro dell’Economia ha rilanciato il tema dell’accordo bilaterale Italia-Svizzera per contrastare questa tendenza ed anzi favorire il rientro di buona parte di questi capitali. E’ pur vero che nella legge di Stabilita’ di parla anche di aumento della tassazione dlle rendite finaziarie al 22% dal 20%, ed a questo punto gli investitori son ancor piu’ confusi.
Tornando alla riflessione dell’IMF in quelle 15 righe che hanno alimentato un dibattito crescendo nell’UE ci si limita a citare esperienze precedenti , come quella della Germania e del Giappone dopo la seconda Guerra Mondiale ,ed a sollecitare misure necessarie a rientrare entro i parametri di debito pre crisi (fine 2007). Il suggerimento di una tassa del 10% sui depositi delle famiglie con redditivita’ positive per 15 Paesi dell’area e’ preceduto da una precisazione sugli effetti di tale misura che deve intrapresa ma solo laddove le alternative residue fossero il default sul debito pubblico o altri estremi.
E’ quindi chiaro che questo appunto del FMI non vuole essere una ricetta estendibile a tutti i Paesi europei indebitati oltremisura, laddove la misura resta legata ai parametri di Maastricht, ma solo un’estremizzazione di fronte ad uno scenario ben descritto nelle altre 106 pagine del report che si interroga su come una tassazine e qundi un regime fiscale piu’ coerente puo’ contribuire a ridurre il debito delle economie avanzate.
In pratica il consolidamento delle economie e’ stato fino affidato a misure draconiane che non combaciavano con l’esigenza di una crescita di lungo termine supportata da sistemi fiscali piu’ equi e piu’ forti.Invece di elevare le aliquote fiscali il FMI dice che niente e’ stato fatto per aumentare la base imponibile o per inserire tasse per rispondere a preoccupazioni ambientali o correggere inefficienze finanziarie di certi settori.Quindi sostiene ancora che solo una progettazione politica seria concentrata anche sulle distorsioni fiscali puo’ arrivare a tassare di piu’ e meglio nel rispetto di un principio di equita’ di base.
E l’invito e’ rivolto non solo ai Paesi UE ma soprattutto a USA e Giappone che sono Maestri nelle problematiche di debito come ampiamente dimostrate nei fatti proprio quest’anno con modalita’ di reazioni ben diverse. Tutto sommato quindi la nostra Legge di Stabilita’ e’ un primo passo coerente per evitare quella situazione disastrosa e quel declino che porterebbe ad un intervento della Troika ed a trasformare il realta’ il monito del Box. 6, e dare soprattutto un segnale di risveglio politico verso la battaglia piu’ ardua che sara’ quella del rispetto degli impegni presi con il Fiscal Compact.