La polveriera mediorientale

Luglio

30

by Claudia Segre // in

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La svolta cinese segnata dalla crescita economica , rientrata pienamente nei target governativi del 7.5%, e dei suoi indicatori economici negli ultimi due mesi ha fatto da supporto alla ripresa dei flussi sui mercati emergenti. Da Hong Kong i segnali che arrivano dalle azioni cinesi li’ quotate ci parlano di un bull  market proprio mentre il Brasile ritraccia da nuovi massimi e la Russia , con il rublo in caduta libera, si trova ad affrontare il terzo round delle sanzioni USA/UE.

Il contagio atteso dalle tensioni geopolitiche non c’e’ stato: cosi’ l’indice MSCI Emerging Markets ha superato con un 7.5% l’analogo indice MSCI World Index fermo al 5.2%. L’indice specialistico e’ trainato dalle borse mediorientali che in euro fanno segnare performance notevoli da Dubai, Qatar ,  Emirati Arabi Uniti, Turchia, Egitto  ed a seguire Arabia Saudita e Bahrein . Ovviamente con il Maghreb fanalino di coda e nella vicina Africa solo la Tanzania , Namibia, SudAfrica e Nigeria tengono il passo . Anche Paesi come l’Argentina e l’Ucraina nonostante hanno mostrato una discreta forza nelle performance soprattutto ovviamente in divisa locale.

Anche lo scontro tra Israele e Hamas non ha per ora alterato l’andamento della Borsa locale , e la mossa a sorpresa  della Banca Centrale che ha tagliato i tassi di 50 bp  dimostra l’attenzione rivolta principalmente alle dinamiche dei tassi europei e Usa. E’ troppo presto per fare valutazioni su tre settimane di conflitto che pero’ sta condizionando il settore turistico  ed i consumi. Un rilassamento dello shekel e’ quindi auspicato dagli esportatori . Il turismo rappresenta il 7.3% del PIL e sino a fine Maggio faceva segnare un andamento positivo del +17%. Da questo punto di vista quindi i lanci di missili anche dal Libano verso l’aeroporto, oltre che verso le principali citta’ del Paese mirano evidentemente ad un indebolimento economico e quindi a tenere sotto scacco l’economia israeliana.Le previsioni sul PIL son quindi state rettificate ad un 2.9%, con l’inflazione che resta molto bassa allo 0.4%, il che fa si che il decennale governativo che ora rende il 2.68% continui ad offrire un rendimento reale interessante.

D’altro canto l’ultimo report FMI sui Territori Palestinesi evidenzia la necessita’ di implementare le riforme istituzionali e infrastrutturali e rafforzare quindi un tessuto economico che attualmente resta vincolato ad un elevato deficit fiscale ed agli aiuti dei donors.Il PIL atteso al 2% potrebbe balzare oltre il 6% nel periodo 2015-2019 se si arrivasse ad un accordo di pace e ad un assestamento della situazione di Gaza, ove l’utilizzo di molte delle fonti di finanziamento dirette verso Hamas, non sono controllate dall’Autorita’ Palestinese.Il tentativo di circoscrivere la deriva militare piu’ estrema di Hamas fatto negli anni passati non ha portato agli effetti sperati, anche per ingerenze che  vedono nell’alleanza con l’Iran, Hezbollah , i Fratelli Musulmani ed altri gruppi jihadisti un catalizzatore deleterio per la popolazione stessa della Striscia di Gaza, ove le infrastrutture tribali e famigliari son state sostituite dall’”ingerenza” sociale di Hamas, da dopo la vittoria elettorale del 2006 e la cacciata dei membri di Fatah dalla Striscia l’anno seguente.

I nuovi giochi di potere in Medio Oriente , ove la stessa Arabia Saudita e’ uscita dal suo isolamento annunciando l’apertura agli investitori stranieri della sua Borsa azionaria, passano dal riequilibrio dei rapporti tra i Paesi del Golfo e dell’area maghrebina. Il Qatar ospita il braccio politico di Hamas a Doha e come noto finanzia vari gruppi terroristici e da sempre ha fatto capire di voler usurpare la guida saudita della Lega araba. I sauditi con gli altri Paesi , ed  insieme all’Egitto, considerano i Fratelli Musulmani un’organizzazione terroristica e hanno isolato Doha ritirando le delegazioni diplomatiche. Il controllo del canale di Suez e dello stretto di Hormuz sono tra gli obiettivi che delineano i nuovi Giochi del Petrolio, con la Turchia di Erdogan che cerca di allearsi al Qatar e gli Usa che han deteriorato i rapporti con i sauditi a causa del recente riavvicinamento  con l’Iran . Usare gli sciiti per arginare l’Isis in Iraq potrebbe rappresentare un boomerang e favorire quindi un procrastinarsi del conflitto israelo palestinese, come apice di un iceberg molto piu’ profondo e pericoloso per i “naviganti” del Mediterraneo…

 

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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