E’ evidente il tentativo dei mercati finanziari di affrancarsi dalle tensioni geopolitiche e quindi di prezzare correttamente un premio al rischio sull’onda del riacutizzarsi delle tensioni geopolitiche, che ormai non sono più solo circoscritte all’Ucraina e al conflitto Israele-Hamas. L’assurdità che sta dietro abbattimento di un aereo civile conferma che i danni causati agli Stati sovrani della crisi finanziaria globale non hanno lasciato solo pesanti strascichi sociali, già ravvisatisi nei risultati delle elezioni europee, ma ha modificato le strategie belliche delle superpotenze.
BRICS a la New Development Bank: Dopo la delusione della mancata ratifica del l’FMI sul diritto di voto dei Paesi emergenti, la Cina guida la riscossa dei Paesi BRICS che non vogliono arrendersi alla “decrescita felice” e viene fondata con base a Shangai la Banca che farà da rivale all’FMI ed alla Banca Mondiale. Dopo gli accordi sullo yuan rembimbi con i tedeschi seguito ai precedenti con russi e inglesi, la creazione di questa nuova realtà finanziaria mira ad agevolare il progetto dell’internazionalizzazione della divisa cinese a scapito del dollaro Usa. Il capitale della nuova banca sarà di 50 mld di dollari usa ed altri 100 mld di dollari usa per un fondo di emergenza di breve termine per colmare esigenze inerenti la bilancia dei pagamenti dei Paesi a fronte di scossoni valutari ulteriori che potrebbero intervenire a fronte delle prossime decisioni della Fed.La Borsa indiana e quella brasiliana rappresentano il traino più evidente dopo i recenti massimi, mentre il Sudafrica resta fanalino di coda dopo che Moody’s ha lanciato un alert su possibili riduzione del rating per i Paesi dell’Africa subsahariana , come la Nigeria, ed ha confermato l’outlook negativo sul Sudafrica che rischia di scendere sotto l’investment grade a causa del pesante deterioramento dei macro.La preferenza sino ad ora aveva privilegiato sul debito emergente in valuta estera permanendo quindi le cautele sugli altri Paesi come dimostrano i flussi e dati gli stati di crisi che permangono per la Bulgaria e l’Ungheria nell’Est Europa e in Asia per la Thailandia e nelle dispute Cina/Giappone e Cina/Vietnam e India/Pakistan
Treasuries e Govies periferici: Certamente i titoli del debito Usa in primis hanno beneficiato delle tensioni sui mercati, ed i governativi periferici si son dimostrati molto resistenti rispetto ai mercati azionari. Con il VIX che dopo un picco a ridosso di quota 15 resta ben lontano dai massimi del 2011 sopra quota 40, gli spazi per vedere un rientro dei capitali sulle Borse europee c’è ma resta condizionato dalla valutazione degli effetti che le nuove sanzioni contro la Russia sull’interscambio commerciale e produttivo con Unione Europea.
Cambi e illusioni sull’eurusd: gli Usa festeggiano il rimbalzo dell’euro che dopo aver subito la pressione anche della sterlina inglese si e’ dimostrato impermeabile anche alle decisioni BCE. La paura che il risk off generato dalle tensioni geopolitiche scatenassero una corsa al biglietto verde per ora non sembra concretizzarsi. Aldilà’ delle trimestrali il cross resta ancorato alle aspettative sui tassi Usa che sembrano le uniche capaci di muoverlo decisamente. L’obiettivo tecnico a 1.33 resta valido ma traslato nel timing.
Greggio sostenuto sino a fine anno: accantonate definitivamente qualsiasi tesi di picco del petrolio grazie al nuovo ruolo di esportatore netto degli Usa ed alla riconversione di parte delle esigenze della domanda mondiale tra nuovi giacimenti offshore, gas e rinnovabili il petrolio restera’ sostenuto perlomeno sino a fine anno perche’ la questione iracheno si aggrava di ora in ora. L’ISIS ha ormai il controllo del 35% della Siria e altrettanto in Iraq e le sue entrate petrolifere superano il milione di dollari Usa al giorno. I curdi ha occupato la ricca area di Kirkuk ottenendo l’appoggio esterno turco. A nulla son valse le rivendicazioni del malandato Governo iracheno asserragliato a Baghdad mentre i recenti finanziamenti all’Iran dagli Usa aiutano le compagnie americane nell’area dallo strapotere iraniano e russo.
Cosi’ tensioni finanziarie ed estremismo islamico creano un connubio letale al rientro della calma sui mercati nonche’ della ragione tra le parti in lotta per una modifica radicale degli equilibri in Medio Oriente dei quali l’Occidente non e’ ancora pienamente consapevole, ma sui quali i grandi investitori ed i fondi specializzati si inetrrogano e gia’ ne percepiscono gli effetti nelle modifiche apportate alle strategie di investimento.