Sol Levante a tutta birra

Novembre

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Dopo un esito elettorale non scontato, il Premier Abe che ha saputo cavalcare il vantaggio politico che le sue dure posizioni sul Nord Corea gli hanno garantito, è forte di un risultato che ha superato i due terzi della Camera Bassa e lo terrà al potere sino al 2021. Non solo: Abe è proiettato verso una riforma fiscale quanto mai necessaria per gestire l’elevato indebitamento. Basta guardare la classifica mondiale del FMI per verificare che dopo gli Usa, vengono proprio il Giappone e il nostro Bel Paese.

 

Il lavoro del nuovo Governo sarà impegnato anche a cogliere i grandi cambiamenti che, inevitabilmente, la seconda fase di globalizzazione “digitalizzata” sta portando su vari aspetti della vita economica di un Paese notoriamente chiuso ai flussi migratori e alle “contaminazioni ” culturali.

 

Il Giappone negli ultimi 4 anni ha aperto le porte a circa 400 mila immigrati, portandoli a superare il milione, (dei quali un terzo cinesi!), pari al 2% della popolazione totale, rispetto al 17% negli Usa.

 

La richiesta di manodopera e la diffusa convinzione della necessità di ricorrere a una politica di migrazione maggiormente tollerante, anima il dibattito del paese. Del resto, solo l’immigrazione può aiutare il più longevo Paese del mondo (che “perde” 600 mila cittadini all’anno tra i 15 e i 64 anni), ad affrontare la questione demografica.

 

Si osserva così un aumento dei salari diventato vitale per battere la deflazione che da 15 anni deprime i tassi di crescita. Tra l’altro, il Giappone ha un tasso di disoccupazione al livello più basso degli ultimi 23 anni, al 2,8% e per ogni 100 persone che cercano un lavoro ci sono 152 posizioni lavorative disponibili: un record che riporta il Paese indietro di 40 anni. E paradossalmente senza immigrati molti ristoranti ed attività di prima necessità dovrebbero chiudere.

 

Ciò che non cambia è invece l’attitudine delle “mani forti” per i mercati esteri, data la scarsa redditività sul mercato finanziario interno. Alcuni fondi pensione assicurativi hanno dichiarato di essere intenzionati ad aumentare le proprie posizioni sui mercati obbligazionari esteri, sia coperti che non dal rischio valutario. La risposta della Banca Centrale però non si è fatta attendere: immediatamente è velatamente trapelato un monito sulla parte dei portafogli sprovvisti di copertura valutaria per evitare esposizioni troppo rischiose rispetto volatilità dei mercati valutari.

 

Il mercato azionario giapponese ha così ripreso vigore in una seconda giovinezza ampiamente supportata da investitori esteri anche europei che stanno incrementando l’esposizione verso il Giappone. Mentre lo yen resta debole.

 

Intanto tra pochi giorni ci sarà la prima visita in Asia dall’inizio del suo mandato per Trump. In presidente Usa parteciperà al meeting Apec (Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica), e incontrerà Abe. Trump certamente non ci si limiterà a condividere una strategia per arginare le mire politiche nordcoreane, ma cercherà di rinsaldare un’alleanza che vede Giappone e Stati Uniti in prima linea per contenere le mire cinesi nel continente asiatico e rassicurare i gestori dei fondi giapponesi sugli effetti che potrebbero derivare sulle curve dei rendimenti Usa, stante l’imminente annuncio della riforma fiscale e la decisione di nominare Powell come successore della Yellen.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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