Le commodities si svegliano, nonostante gli hooligans

Giugno

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In un mondo contagiato dal panico Brexit e dall’affanno delle Banche Centrali nel tentare di aiutare più o meno direttamente la seconda fase di ristrutturazione del sistema bancario riemergono le commodities, finalmente uscite dalle sabbie mobili di un minimo storico alimentato da una congiuntura globale fiacca e stagnante da deflazione .

Nel mese di giugno le posizione lunghe su petrolio e oro si son irrobustite ed in particolare modo sull’oro. Nella prima decina di Giugno è lo zinco a mettersi in evidenza tra i metalli industriali riguadagnando i massimi da 11 mesi sul miglioramento dell’outlook cinese e gli stimoli monetari della Bce. Anche rame ed alluminio seguono a ruota dopo che i dati Usa hanno spostato ulteriormente le attese di un rialzo dei tassi a luglio, alimentate da alcune dichiarazioni improvvide per tempistica della stessa Yellen. Il rame è uscito quindi da una momentanea situazione di contagio che aveva preoccupato gli analisti.

E mentre il rally sul petrolio perde vigore, e vede una barriera importante a 52 dollari Usa sul Brent, occorre segnalare che il dato sugli oil rig, gli impianti di trivellazione Made in Usa, ha ripreso a crescere dopo mesi di correzione ininterrotta segnalando una ripresa dell’industria dello Shale Oil. Con gli investitori a caccia di Asset difensivi o comunque con volatilità contenuta le commodities tornano a popolare i portafogli come diversificazione alla sovraesposizione azionaria e a un comparto obbligazionario con spread poco attraenti rispetto ai rischi effettivi.

L’oro dal canto suo è stato acquistato massicciamente sulla correzione a ridosso di 1200 $/oz proprio dopo il discorso di fine maggio della Yellen e sta dando soddisfazione in un’ottica di avversione al rischio percepita e correlata al moltiplicarsi di sondaggi che stabilmente da giorni registrano una vittoria del fronte che vuole l’uscita dall’Ue della Gran Bretagna. Bisognerà vedere se avrà la forza di andare oltre la soglia psicologica di 1300 $/oz visto che il sostegno in termini di volumi via ETF ormai prosegue da dieci giorni.

Questo tentativo delle commodities di mettersi in evidenza è strettamente correlato alla crescita cinese che vede il Governo cercare di compensare gli investimenti privati ancora deboli e soprattutto, in vista dell’entrata imminente delle azioni del listino A nell’indice MSCI, prova a sminuire l’ennesima bordata che arriva dall’FMI. Infatti il numero due del Fondo Monetario Internazionale Lipton ha nuovamente sottolineato le preoccupazioni per la sostenibilità del debito cinese a fronte di un’esposizione elevata del debito Corporate, (pari al 145% del Gdp), e il Vice Governatore della Banca Centrale cinese non ha esitato nel confermare che le Corporates e le finanziarie cosiddette Zombie che non sono in grado di garantire al sistema la propria sostenibilità economica saranno lasciate fallire. E già molte misure sono state definite anche per un efficientamento di quelle imprese statali che sono responsabili della metà dell’esposizione totale ma che garantiscono solo un 22% della produttività totale.

Peraltro il dato delle vendite di auto in Cina in maggio in aumento dell’11,3% a 1,79 milioni di auto rispetto all’anno scorso non ha trasferito gli effetti sperati su platino e palladio. Poca reattività anche sul lato delle soft commodities agricole non solo per i problemi legati alle gelate che hanno condizionato i raccolti in Brasile di caffè e zucchero ma anche per le incertezze sulle stime cinesi sulla produzione di cotone e sui consumi di questo segmento di commodities più in generale.

Quindi se siete stufi dei sondaggi fatti fuori dai pub inglesi e non volete pensare alle prossime elezioni spagnole o all’appello del Governatore della Banca Centrale della Grecia che chiede ulteriori posticipi al ripagamento del debito vale la pena osservare con attenzione il settore dei metalli industriali e la congiuntura cinese che saranno il prossimo grande tema del secondo semestre in vista di un nuovo scivolamento dello yuan rembimbi che ci auguriamo non abbia gli stessi esiti dello scorso Ferragosto.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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