Libere di… VIVERE libere

Luglio

17

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di SARA BERNARDINI – CULTURA

Libere di… VIVERE è un’iniziativa di Global Thinking Foundation a tutela dell’indipendenza finanziaria delle donne. Parliamo con la fondatrice Claudia Segre per sapere di più sul progetto e sul fenomeno della dipendenza economica che affligge una grande percentuale di donne nel nostro Paese, e non solo. Scopriamo il modus operandi della fondazione e le sue prossime tappe.

Intervista alla Global Thinking Foundation per la libertà finanziaria delle donne

La violenza economica perpetuata ai danni delle donne è un male silenzioso. Si insinua nella coltre dei rapporti di coppia e lì resta nascosta, talvolta anche ai diretti interessati. Si tratta, in breve, della condizione che vivono le donne quando sono private della propria indipendenza economica, poiché non autorizzate, o comunque non in possesso di un conto corrente personale, e quindi escluse dalla gestione monetaria anche solo per se stesse.

Per capirne di più, abbiamo intervistato Claudia Segre, fondatrice e presidente della Global Thinking Foundation, che si occupa di sensibilizzazione in merito all’uguaglianza di genere in ambito finanziario. Uno dei suoi progetti, Libere di… VIVERE, racconta la difficoltà delle donne attraverso il mezzo della graphic novel. Segre ci ha raccontato come è nata l’iniziativa, come si struttura, i suoi progetti e obiettivi.

Grazie per aver accettato questa intervista per 2duerighe.com. Siamo qui con “Libere di… VIVERE”, il progetto di inclusione sociale e parità di genere creato da Global Thinking Foundation, la Fondazione che si occupa di sensibilizzare sul tema della violenza economica degli uomini nei confronti delle donne. Per prima cosa, la lascio presentare e, se vuole, in parte introdurre il progetto.

Buon pomeriggio. Global Thinking Foundation è una fondazione filantropica no-profit che si occupa ormai da sette anni di arginare il fenomeno della violenza economica, e quindi dell’abuso economico finanziario, nei confronti delle donne, delle ragazze e delle famiglie. Offre progettualità e corsi di formazione, eventi, attività di disseminazione attraverso portali digitali, a fronte di contenuti che nascono da istanze che noi portiamo nei confronti dei governi, sia italiano che francese, e dei risultati dell’analisi di impatto sociale relativamente ai contenuti e alla nostra attività sul territorio nazionale e francese.

Quando e come è nata l’idea di questa fondazione?

La Fondazione nasce nel 2016, quindi all’indomani del lancio dell’Agenda 2030, con i diciassette obiettivi di sostenibilità che vertono intorno a due assi fondamentali: i flussi finanziari che la sostengono e il Goal 5 sulla parità di genere. È proprio partendo dai differenziali di genere, dall’osservazione del nostro Stato come un laboratorio ottimale per lavorare sulla parità di genere, che si sono sviluppati tutti i progetti che adesso sono applicati sul territorio nazionale e sul territorio francese.

Ci può raccontare degli episodi specifici di donne che hanno vissuto e vivono questo problema?

Si, purtroppo la violenza economica colpisce in maniera trasversale, quindi indipendentemente dalla propria appartenenza sociale o dall’età.

Abbiamo dei casi di ragazze giovani che vanno a convivere e che, firmando un mutuo, non si rendono conto di prendere un impegno a lungo termine. Se per caso la persona con la quale hanno firmato il mutuo le abbandona, di fatto rimangono cattive debitrici, hanno difficoltà a far fronte all’impegno, vengono loro bloccate le carte di credito e vanno in cessione del quinto dello stipendio.

Ci sono poi persone sopra i cinquant’anni che non hanno mai avuto un conto corrente e si trovano ad affrontare un divorzio o una separazione senza mai aver gestito le proprie risorse economiche, così come donne alle quali viene impedito di lavorare, anche se, con figli prossimi all’adolescenza, vorrebbero farlo, partecipare alla condivisione in famiglia delle scelte economiche e finanziarie.

Per non parlare delle situazioni che derivano da frodi, spossessamenti, firme fatte su fideiussioni a garanzia senza la consapevolezza dell’impegno che ci si sta prendendo, o delle situazioni derivanti da raggiri, come quello del bitcoin o casi di Schema Ponzi, quindi situazioni che trovano le donne poco avvezze a certe competenze, e a esporsi alla truffa per ingenuità e inesperienza, come ad esempio anche le frodi sentimentali.

Il vostro messaggio è rivolto esclusivamente alle donne o includereste anche gli uomini in situazioni analoghe?

Noi lavoriamo sia con uomini che con donne. In questo momento, per il nostro modello, che considera la violenza economica come l’innesco delle altre forme di violenza, la maggior parte dei casi che arrivano ai nostri sportelli sono di donne. Negli ultimi due anni abbiamo avuto più di 450 casi solo di violenza economica, e le partecipanti ai corsi, che negli ultimi quattro anni sono state oltre 9.000, solamente 2.300 l’anno scorso, sono per il 90% donne.

Che suggerimenti avete per migliorare la situazione?

Abbiamo lavorato su buone pratiche, che abbiamo pubblicato sulla nostra piattaforma FamilyMI per le famiglie (https://www.familymi.com). Lì è possibile trovare consigli e risposte, ad esempio su che domande fare al proprio consulente finanziario, come rivolgersi alla banca, nonché la gestione di pratiche personali, come mantenere copia dei documenti, sia propri, sia dei figli, informarsi prima di firmare qualsiasi documento.

Un altro aspetto è la gestione del proprio conto corrente. Consigliamo di mantenere due conti correnti, uno di famiglia per le spese condivise, uno personale con il proprio reddito per evitare problematiche future. Stesso discorso vale per il punto di vista dell’acquisizione, come la verifica della propria busta paga o il mantenimento del budget familiare, evitando il sovraindebitamento.

In sostanza, pratiche utili alla sostenibilità economica e personale delle donne e delle famiglie.

Sul sito c’è scritto che avete optato per le graphic novel per avvicinare i più giovani e parlare in un linguaggio più fruibile per tutti. Che riscontro avete avuto? Pensate che questa scelta abbia escluso una parte del vostro potenziale target?

Non credo, perché abbiamo diversi progetti per diverse età: la piattaforma FamilyMI per le famiglie, così come la piattaforma YOUNG 612+ per i più piccoli (https://www.gltfoundation.com/young-612/). Libere di… VIVERE è un progetto su diversity & inclusion che nasce come metodo didattico con al centro le novelle grafiche. Tutti noi siamo legati a un fumetto nella nostra vita, indipendentemente dalle generazioni, che sia MafaldaValentina o Black Widow, e di fatto nei nostri fumetti la raffigurazione e le storie che raccontiamo parlano di donne che, grazie al proprio spirito di indipendenza economica, sono riuscite a cambiare la realtà nella quale vivevano. Riusciamo a coinvolgere sia i ragazzi e le ragazze, sia le famiglie, proprio perché le novelle grafiche sono un linguaggio che oltrepassa i limiti e le differenze generazionali.

Inoltre, il messaggio che noi proponiamo è l’osservazione non solo della raffigurazione della donna nel fumetto, con il nostro museo in 3D, ma anche di storie più recenti, come quella di Katherine Johnson, una delle donne della NASA che ha disegnato le traiettorie per andare su Marte, o la pittrice Tamara de Lempicka, a espressione di uno spirito artistico che va oltre i generi. Sono tutte importanti riflessioni verso la società da portare ai ragazzi come dialogo intergenerazionale, nelle famiglie e con le nuove generazioni.

Come si strutturano le vostre rassegne itineranti?

Solitamente le richieste ci pervengono dai comuni, oppure da un centro antiviolenza o da un’associazione. Così noi ci rivolgiamo a quella comunità portando il nostro docufilm di Libere di… VIVERE (https://www.liberedivivere.com/libere-di-vivere-il-docufilm/), le novelle grafiche ed estendiamo il lavoro partendo dalla cittadinanza, con gli eventi e la mostra, per poi passare alle scuole. Quindi è un itinerario che si costruisce passo dopo passo, e siamo al quarto anno. In questi quattro anni abbiamo avuto oltre 80.000 partecipanti digitali e 36.000 in fisico, ovvero abbiamo attraversato oltre 80 comuni sul territorio nazionale e fatto anche quattro tappe in Francia.

Un’ultima domanda: quali obiettivi avete raggiunto e quali sono i risultati che vi prefiggete per il futuro?

Sicuramente tutti i nostri progetti sono sottoposti ad analisi di impatto sociale, e ciò che abbiamo visto è il cambiamento innescato nella maggiore consapevolezza sulla propria autodeterminazione economica, sulla ricerca di un’indipendenza che diventa capacità di fare una libera scelta. Come dice il titolo, “libere di…” fare molte cose, come decidere di andare a lavorare, di comprare un prodotto finanziario, di fare della propria vita ciò che si vuole seguendo un percorso economico che sia soprattutto consapevole, sostenibile e anche condiviso quando all’interno di un’economia familiare.

La ringrazio per questa piacevole chiacchierata e per gli interessanti spunti. Ricordo che, per chi fosse interessato al progetto, il sito dove reperire tutte le informazioni è liberedivivere.com. In bocca al lupo per tutto e alla prossima.

Grazie a voi dell’opportunità, alla prossima.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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