di Claudia Segre
22 Ottobre 2025 alle 11:50
Nelle scuole finlandesi l’educazione finanziaria non è considerata una materia opzionale ma parte integrante dello sviluppo dei cittadini. Gli studenti apprendono presto a leggere bilanci, comprendere l’importanza del risparmio e identificare i rischi legati al credito facile.
Influencer, piattaforme di trading speculativo mascherate da accademie, e associazioni impegnate in corsi sponsorizzati per fini esterni formano un contesto che promuove il facile arricchimento privo di regole. In risposta a questo fenomeno, la Francia ha introdotto, da due anni, un certificato per influencer, il “Responsible Influencer Certificate”, volto a tutelare i risparmiatori. Tuttavia, alla radice dei rischi di frodi e dei tentativi di vendere facili soluzioni finanziarie si trova un Paese che non riesce a migliorare le proprie competenze finanziarie da anni.
In Italia, Fonte: OECD/INFE International Survey of Adult Financial Literacy, 2023. Mostra la media dei punteggi di competenza finanziaria negli adulti dei Paesi OCSE: solo il 29% degli adulti raggiunge il livello minimo raccomandato, la ricerca di OECD – PISA 2022 Results, Volume IV. Mostra la distribuzione degli studenti per livello di competenza finanziaria: solo il 5% degli studenti italiani raggiunge il livello massimo, contro l’11% della media OCSE .
Influencer, piattaforme di trading speculativo mascherate da accademie, e associazioni impegnate in corsi sponsorizzati per fini esterni formano un contesto che promuove il facile arricchimento privo di regole. In risposta a questo fenomeno, la Francia ha introdotto, da due anni, un certificato per influencer, il “Responsible Influencer Certificate”, volto a tutelare i risparmiatori. Tuttavia, alla radice dei rischi di frodi e dei tentativi di vendere facili soluzioni finanziarie si trova un Paese che non riesce a migliorare le proprie competenze finanziarie da anni.
L’Italia,


Le conseguenze di questa debolezza si manifestano nella vita quotidiana: risparmi instabili, scarsa pianificazione previdenziale e difficoltà nella comprensione dei prodotti finanziari e digitali colpiscono in particolare donne e giovani, aggravando le disuguaglianze economiche e sociali. Ciò si traduce in una limitata copertura assicurativa e previdenziale, oltre a una maggiore esposizione ad abusi finanziari e violenza economica, ostacolando la costruzione di percorsi solidi verso il benessere personale. Nel 2017 è stato istituito dal Ministero dell’Economia il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria: un passo significativo, ma ancora incompleto. Sebbene esistano numerose iniziative — dalle banche alle fondazioni fino ai progetti scolastici — manca una piattaforma per analizzare i risultati come avviene nelle iniziative internazionali con finalità sociali. È necessaria una Strategia Nazionale che riceva massima attenzione sia dal Ministero delle Finanze sia da quello della Salute. L’Italia ha molte buone pratiche ma senza una direzione comune.
Ogni novembre celebriamo il “Mese dell’educazione finanziaria”, ma senza un piano nazionale capace di tradurre i principi in azioni concrete, i risultati rimangono incerti. Guardando all’Europa, possiamo prendere esempio dalla Finlandia dove l’educazione finanziaria non è considerata una materia opzionale ma parte integrante dello sviluppo dei cittadini. Nelle scuole finlandesi gli studenti apprendono presto a leggere bilanci, comprendere l’importanza del risparmio e identificare i rischi legati al credito facile. Di conseguenza, secondo l’OCSE, i quindicenni finlandesi ottengono uno dei punteggi più elevati al mondo in competenza finanziaria (537 punti contro la media globale di 505). Questo dato evidenzia una cultura che considera la conoscenza economica come strumento fondamentale per la libertà individuale e collettiva.
In Finlandia l’educazione finanziaria è sempre stata considerata strategica; già nel 2021 è stata lanciata la National Strategy for Financial Literacy 2030 coinvolgendo scuole, università, media e organizzazioni civiche con l’obiettivo di diventare entro il 2030 il Paese con la migliore alfabetizzazione finanziaria al mondo. Si tratta quindi di un piano coordinato, con responsabilità chiare e risultati misurabili; soprattutto, con una visione: essere cittadini consapevoli equivale a essere cittadini liberi. L’esempio finlandese dimostra che il cambiamento è possibile se attuato attraverso politiche pubbliche strutturali. In Finlandia l’educazione finanziaria non riguarda solo i giovani ma anche gli adulti lavoratori ed anziani; ogni fascia d’età ha accesso a percorsi specifici accompagnati da strumenti digitali intuitivi. Questa strategia mira all’empowerment collettivo, in cui lo Stato guida ma non agisce da solo, ma insieme ad aziende, università, ONG e associazioni dei consumatori, che sono tutti attori chiave nel processo.

Oggi affrontiamo prima di tutto una sfida economica legata alla mancanza di competenze che mina la solidità dell’approccio lavorativo delle famiglie rispetto alla produttività consapevole; poi c’è anche un aspetto culturale cruciale per sostenibilità economica condivisa tra tutti gli attori sociali. La capacità di gestire denaro implica saper scegliere, proteggersi dalle frodi ed evitare dipendenze economiche dannose mentre si pianifica correttamente il futuro partecipando attivamente alla vita economica del Paese.
Guardando oltre i confini europei, notiamo come nei Paesi anglosassoni ci sia già integrazione della formazione finanziaria nella quotidianità: per esempio, nel Regno Unito esiste un portale governativo (“MoneyHelper”) dedicato ad assistere i cittadini attraverso tutte le fasi della vita economica; Canada ed Australia monitorano costantemente le politiche educative mediante indicatori pubblici aggiornati.
E noi? Possediamo creatività e istituzioni adeguate a costruire un nuovo modello italiano robusto basato su un’istruzione scolastica strutturata sull’educazione finanziaria continua per adulti insieme ad una cultura della fiducia in ambito finanziario supportata da un’unica cabina di regia responsabile per gestire efficacemente piani nazionali a lungo termine miranti all’integrazione tra pubblico privato e terzo settore con obiettivi chiari e misurabili.
Non possiamo permetterci di rimanere ulteriormente indietro né di perdere talenti preziosi né opportunità volte al miglioramento dell’inclusione finanziaria delle persone escluse dal sistema attuale. La competenza in ambito finanziario non consiste solo in nozioni tecniche: essa costituisce infatti un diritto civile essenziale, perché soltanto chi comprende davvero il valore del denaro, del risparmio e dell’investimento può autodeterminarsi. Come dimostrato dalla Finlandia, educare alla finanza significa educare alla libertà — quella stessa libertà necessaria per edificare insieme futuri più equi, consapevoli e sostenibili ma parte da noi la richiesta pressante di un cambio di passo.





