Volatilità e Geopolitica le vere sfide del 2015

Dicembre

31

by Claudia Segre // in

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Il 2014 si chiude con un forte segnale di preoccupazione per l’UE dato dal mancata elezione del Presidente greco e il ricorso ad elezioni anticipate nel primo trimestre 2015 che saranno condizionate dall’esito della trattativa di un possibile Governo di coalizione guidato dalla sinistra radicale che cercherà un compromesso con il FMI per contenere le severe misure di austerità inserite nel piano di salvataggio del Paese. Ma non basta perché’ gli incidenti in Libia, completamente fuori controllo nella gestione del territorio e nella protezione delle attività produttive in loco aldilà di un leggero rimbalzo del petrolio stanno causando problemi all’export per le società petrolifere in loco, ENI in testa.

Due fatti che ci mettono sull’allerta per un nuovo anno che se sul secondo semestre vedi i giochi sul rialzo dei tassi di interessi Usa già fatti, vede un primo semestre partire sulla difensiva con portafogli prudenti e senza particolari accelerazioni sull’investimento della liquidità. E’ indubbio che la debolezza del petrolio aiuterà la crescita europea ma l’effetto resta diluito a causa di numeri ancora deludenti che vanificano un effetto leva e di un aspetto deflattivo che complica l’Azione di banche centrali che operando con una decisa divergenza tra Fed da un lato e BCE e BOJ dall’altro hanno un comune l’obiettivo di evitare la deflazione strisciante.

L’eurozona insieme all’Asia restano le grandi scommesse del 2015 soprattutto nell’ambito delle obbligazioni corporates e con grande selettività del settore azionario e cosi’ le allocazioni di inizio anno seguono le stesse prescrizioni degli ultimi tre mesi vissuti all’insegna di una volatilita’ elevata e del permanere di un rischio geopolitico che dal Medio Oriente si estende verso la Russia e grazie al permanere di bassi prezzi del petrolio vede focolai di tensione politica anche in Africa e Latino America.

Il ridimensionamento delle componenti Commodities ed Emerging Markets nei portafogli e’ evidente quanto necessaria e le determinanti non risiedono solo nel comparto energetico ma anche le soft commodities , tra le quali la soya in testa , stanno vivendo momenti di debolezza del trend e di grande concorrenza sul lato OGM. Le rinnovabili anch’esse potrebbero subire una frenata se si dovesse consolidare l’idea di un trend ribassista del petrolio di lungo termine , infatti la domanda resta se e quando si rivedranno piu’ quotazioni a 100 , e probabilmente si dovra’ attendere il 2016. Il che ha gia’ significato un evidente modifica dell’atteggiamento delle case energetiche sulla strategia di copertura finanziaria e di gestione degli assets in portafoglio.

C’e’ da augurarsi semplicemente che il 2015 sia sotto il profilo delle performance come il 2014 certi che il QE europeo non subira’ intoppi dalla questione greca che tendera’ ad isolarsi sempre piu’ evidentemente e politicamente. Auspicare migliori redditivita’ vale solo e solamente per mercati come India e Cina che ne hanno i presupposti , altre scommesse rischiano di dimostrarsi perdenti in partenza. Un’eccezione resta la Russia , una scelta per chi crede nella tenuta di un sistema economico e potenza mondiale ricca in riserve internazionali e risorse naturali e che potrebbe veramente far dimenticare questa fine d’anno che ha relegato rublo e mercati russi alla fine della classifica . L’unico vero auspicio per il Nuovo Anno poi e’ che l’azione della Nato possa debellare la vergogna dei fatti che tra Iraq e Siria hanno portato l’azione criminale di fuorilegge senza Stato ne’ autorita’ ed il cui unico interesse all’arricchimento ha avuto buon gioco proprio in quei giochi di riassetto geopolitico che ancora caratterizzeranno il 2015 .

 

 

 

 

 

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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