Listini al voto, da Varsavia a Madrid. Come cavalcare il vento elettorale – di Pieremilio Gadda

Giugno

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I risultati delle elezioni amministrative in Spagna e presidenziali in Polonia hanno ricordato a tutti che il rischio politico non è soltanto un affare greco. Dopo Londra, Madrid e Varsavia, rimane un fitto calendario di appuntamenti elettorali che potrebbero tenere qualche investitore con il fiato sospeso. Le Parlamentari in Turchia il prossimo 7 giugno. La Danimarca il 18 giugno. Portogallo, Svizzera, Canada, Ucraina e Polonia (di nuovo), in autunno. A dicembre, la Spagna, questa volta alle prese con le elezioni politiche. E, in più di un caso, le urne potrebbero mettere sotto pressione i mercati. A cominciare da Istanbul.
Pericolo a Est
La principale incognita in Turchia è legata al superamento della soglia del 10% da parte del partito democratico dei popoli (Hdp), filocurdo: se dovesse entrare in Parlamento, sarebbe una sconfitta per l’Akp del presidente Erdogan, che vedrebbe sfumare la maggioranza assoluta, necessaria per cambiare la Costituzione in chiave presidenzialista. Forse si aprirebbe la strada a un governo di coalizione. «L’ipotesi peggiore per i mercati, perché aumenterebbe l’incertezza politica, con effetti negativi su azioni, bond e lira turca», avverte Maarten-Jan Bakkum, emerging markets strategist di NN ip (ex Ing im). Altri operatori temono invece che la conquista di una maggioranza assoluta da parte dell’Akp possa aggravare la parabola autoritaria di Erdogan. «Sarebbe una cattiva notizia soprattutto per la valuta locale — osserva Claudia Segre, segretario generale di Assiom Forex —. Le dichiarazioni allarmiste del ministro delle Finanze, secondo cui un governo di coalizione porterebbe il Paese al default certamente non aiutano, come anche l’ambiguità dei rapporti con l’Isis: allontanano il Paese dall’Europa e mettono in fuga gli investitori».
Neppure Andrzej Duda, neo presidente polacco (a sorpresa) e leader di Diritto e Giustizia (PiS) è uomo gradito ai mercati. I timori si concentrano sullo strapotere del presidente, alla guida di un partito nazionalista ultraconservatore ed euroscettico: anche in caso di sorpasso da parte della destra liberale ed europeista di Piattaforma Civica alle elezioni parlamentari di ottobre, spiega Segre, Duda potrebbe affidare al suo PiS la guida di un governo di coalizione, mettendo all’angolo i moderati. «A soffrire sarebbe soprattutto lo zloty polacco», chiosa il segretario di Assiom Forex. Ma anche la Borsa di Varsavia. «Le conseguenze sarebbero negative, meno drammatiche però di quanto si creda — rassicura Bakkum — perché le azioni polacche sono rimaste molto indietro rispetto agli altri emergenti».
Penisola iberica
Intanto, all’altra estremità del Vecchio Continente, l’avanzata della sinistra radicale di Podemos, accanto ai liberali di Ciudadanos, complica il tragitto verso le elezioni politiche di dicembre in Spagna. Si teme qualche passo indietro sul programma di rigore e riforme che ha permesso di ottenere risultati insperati sino a un anno fa: Madrid potrebbe archiviare il 2015 con un Pil in crescita del 3%, cinque volte quello italiano (ma con una disoccupazione quasi doppia, al 24%).
Se Podemos e Ciudadanos ottenessero un ampio consenso alle politiche, seguirebbe un certo nervosismo sui listini. «Non crediamo, però, che un risultato di questo genere possa distrarre il Paese dal percorso intrapreso», ricorda Marco Fiorentini, responsabile dell’investment advisory per il private banking di Credit Suisse Italia.
Per Francesco Sandrini, responsabile strategie multi-asset in titoli di Pioneer im, il calo dei consensi di Tsipras in Grecia ha già indebolito una parte del supporto più radicale a Pablo Iglesias, leader di Podemos, sul fronte anti-euro: «E se il possibile rafforzamento del suo partito alle elezioni politiche è una preoccupazione — precisa — non può essere letto in modo isolato rispetto alla situazione greca». Il risultato spagnolo ha infiammato, tra gli altri, anche i socialisti portoghesi, che si preparano alla sfida delle elezioni parlamentari in autunno.
«Un eventuale passaggio di testimone dal centrodestra di Coelho ai socialisti è rischioso: pur avendo manifestato l’intenzione di mantenere gli impegni con la Troika, si sono opposti duramente all’introduzione delle misure di austerità fiscale varate dall’esecutivo», ricorda Fiorentini, che non esclude però, l’ipotesi di un governo di larghe intese: quella favorita dai mercati perché, spiega, in grado di garantire stabilità.
Dopo un rally del 26% da inizio anno, il listino portoghese potrebbe comunque perdere slancio. «L’exploit si deve al superamento di fattori contingenti, legati alle vicende del Banco Espirito Santo e al prezzo del petrolio, rimbalzato in modo significativo da inizio anno — conclude Sandrini —. Ma non credo che Lisbona abbia le potenzialità per battere le borse europee da qui a fine anno».
3 giugno 2015
Corriere Economia – Corriere della sera

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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