Trump e Clinton, duello elettorale e guerre commerciali

Settembre

24

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Le guerre commerciali tra gli Stati Uniti e il resto del mondo fanno da sfondo al duello elettorale tra Donald Trump e Hillary Clinton che deciderà che sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca e che lunedì darà vita al primo faccia a faccia in tv – Dal TTP al TTIP e dai casi Volkswagen,Apple e Deutsche Bank – Le idee dei due candidati presidenziali non sono chiare nè convincenti.

 

Mentre sfilano star di Hollywood più o meno famose in un accorato appello contro Trump a pochi giorni dal duello televisivo tra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e Hillary Clinton, che deciderà le prossime elezioni americane, la guerra commerciale tra gli USA e il resto del mondo non conosce sosta.

Tutto è cominciato con la genialata dei due trattati commerciali transatlantici, il TTP è il TTIP, il primo verso i Paesi più importanti dell’Area del Pacifico la cui adesione è’ stata siglata nel 2015, con l’eccezione di Corea del Sud e Filippine, ed è in attesa di ratifica, mentre il TTIP tra USA e UE si è arenato sulle secche di una guerra commerciale che ricorda vagamente il moto orgoglioso dell’ex Presidente Brasiliano Lula che, a Quito nel 2003, guidò gli altri Paesi Latam a rifiutare l’ALCA, l’Area di Libero Commercio, di Bush. Un tentativo USA di trasformare il “cortile di casa” in una discarica fallì definitivamente nel 2015.

Inutile nascondersi dietro un dito: dallo scandalo Volkswagen delle emissioni nocive alla risposta della multa ad Apple per le strategie fiscali irlandesi sino alla multa assurda richiesta a Deutsche Bank è quasi pari alla sua capitalizzazione di Borsa il dado è tratto. Gli americani vogliono replicare il Nafta, in versione di comodo però, verso i partner commerciali per frenare l’avanzata cinese, quando proprio in Asia gli scambi americani sono poco più di un terzo del valore di quelli cinesi e l’avanzata in Europa impressiona come la visione dell’esercito simbolico in terracotta di Qin Shi Huang, il primo imperatore cinese ritrovato a Xi’an.

Ma i due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti che si scontreranno lunedì sera in tv non hanno le idee molto chiare e secondo le analisi del Petersen Institute for International and Economics (PIIE) il programma di Trump di innalzare le tariffe con Cina e Messico distrugge di fatto un patto Nafta non più conveniente  e del quale il Messico ha saputo trarre grandi vantaggi. Vantaggi che però hanno permesso anche di annullare i flussi migratori verso gli USA e di avviare una virtuosa diversificazione della sua economia riducendo la dipendenza da petrolio dei fratelli sudamericani.

Sui mercati internazionali il dibattito è approdato nelle sale operative portando volatilità, distruggendo valore come lo scorso venerdì “delle streghe… di Deutsche Bank” e il peso messicano è diventata l’hedging strategy di questa campagna elettorale. Aumentare le tariffe verso Cina e Messico come vuole Trump secondo PIIE porterà a 4 milioni di posti di lavoro in USA e ciò vuol dire rispolverare lo spettro recessivo del 1986. Ma sullo stesso argomento le politiche della Clinton non così drastiche  non sono perfettamente delineate e convincenti.

Quindi buona visione e godiamoci i mercati sino a fine Ottobre perché dopo, chiunque vinca, si dovranno fare i conti con un Paese colosso come gli USA che tra le preoccupazioni sociali crescenti ha quelle economiche e di bilancio ben più impellenti.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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