L’anno della Scimmia . E della svolta.

Febbraio

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La settimana di Festività per festeggiare il nuovo “Anno della Scimmia” ha portato consiglio ai dirigenti di partito cinesi e, soprattutto, alla Banca Centrale che ha cambiato i toni e rubato la scena a Draghi. La Borsa ringrazia e riacchiappa quota 3000 sull’indice CSI 300 in sole due sedute.
Sulle parole del Governatore della Banca Centrale Cinese (PBOC) anche la divisa domestica mette a segno un movimento consistente, il maggiore degli ultimi 10 anni per lo yuan renmimbi (RMB). Il Governatore rompe il silenzio e (forse) nella giornata di martedì muove i mercati molto meglio di quel che poteva fare Draghi dal pulpito del Parlamento Europeo.

I toni della PBOC sono molto chiari: per ora di ulteriori deprezzamenti della divisa non se ne parla. Dopo la discesa di agosto serpeggiava lo scetticismo sulle capacità delle autorità cinesi di contenere la speculazione e, soprattutto, di far approdare i mercati azionari cinesi in un’alea di sicurezza e trasparenza, riducendo la leva perversa che legava parte degli impieghi creditizi delle banche alle scommesse borsistiche degli investitori domestici.

Nel contempo, l’andamento dei nuovi prestiti bancari – in divisa locale – restano molto incoraggianti, avendo raggiunto la cifra record di quasi 400 miliardi di dollari usa di controvalore; in tal modo la politica monetaria resta assolutamente accomodante anche se molto resta da fare sui crediti deteriorati delle banche, i famigerati non performing loans (NPL). Altrettanto resta da fare dal punto di vista delle politiche fiscali, in un momento in cui le Corporates hanno visto un deterioramento dei propri margini a fronte di un modello economico che ha iniziato a svoltare decisamente sull’IT e sull’industria di precisione, con produzioni proprie di altissimo livello. Non a caso colossi quali Lenovo e Huawei sono attivi sul mercato delle acquisizioni e partecipazioni.

Ora il problema principale è disinnescare la mina delle posizioni short accumulatesi sul RMB che scommettono proprio su un deprezzamento della divisa, anche a fronte di dati del PIL attesi modesti per tutto questo primo semestre, nonostante una ripresa dei consumi più decisa in Cina e in tutta l’Asia del Nord.

Questa nuova propaggine di una guerra valutaria in salsa cinese sarebbe complessa da affrontare, in una fase così delicata di transizione dal completamento dell’internalizzazione della divisa all’approdo nel paniere del Fondo Monetario Internazionale, previsto per il 1° ottobre, 6 mesi dunque delicatissimi per la riscossa della Scimmia.

Il portafoglio in Treasuries targati Usa in mano ai cinesi è sceso alla fine dell’anno di oltre 18 miliardi, a 1246 miliardi di dollari Usa, la metà dell’ammontare detenuto dalla Fed, ed è comunque il livello più basso in 10 mesi dopo un trend che ha visto incrementare le consistenze quasi raddoppiandole in 5 anni. E’ chiaro che la Cina sta vendendo gli asset più liquidi del portafoglio, in un momento nel quale molti vedono nei Treasuries un’isola felice dalle turbolenze azionarie mondiali.

La distinzione fatta dalla Banca Centrale tra deflussi di capitali delle Corporates per adeguarsi alla situazione valutaria e fuga di capitali, fa ben vedere che i numeri legati a dismissioni opportunistiche sono comunque molto contenuti. Ora la priorità è la stabilità della divisa, utile a rilanciare il mercato obbligazionario per le Corporates svincolandole dall’eccessivo ricorso alle banche e così spalmare gli interessi degli investitori verso un irrobustimento di un mercato alternativo e più stabile rispetto alla “scommessa” sul listino delle PMI cinesi.

L’ipotesi più probabile di una bilancia dei pagamenti positiva favorirebbe anzi una previsione di un apprezzamento della divisa che riporterebbe flussi di portafoglio proprio nella seconda parte dell’anno coprendo un gap di affezione e consenso che dopo i fatti di agosto erano venuti meno.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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