Il Rinascimento africano condizionato dai conflitti interni

Aprile

23

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L’Africa pare spaccata sempre piu’ su tre fronti : quello magrebino : con la Libia fuori controllo dopo le dimissioni recenti del Premier dopo un grave attentato,  l’Algeria appesa alle sorti di un neo rieletto Presidente in condizioni di salute precarie , l’Egitto sempre piu’ arroccato ad una giunta militare ; quello sub sahariano : i cui equilibri son minati dai conflitti interni e dalla situazione del Sud Sudan e della Re. Centrafricana ove stanno convergendo oltre 12mila soldati dell’ONU; e infine il fronte meridionale : con il Sudafrica protagonista , tra il protrarsi degli scioperi nelle miniere e la debolezza della divisa. A onor del vero e per completare il quadro ricordiamo pero’ che  in Marocco per la prima volta Standard&Poor’s ha assegnato il rating ad un’impresa africana (escludendo il Sudafrica): la OCP, e’ l’area sub sahariana quella che attrae maggiormente gli interessi degli investitori esteri per nulla spaventati dal perdurare di conflitti interni di matrice perlopiù religiosa.

La Nigeria in pole position soprattutto dopo aver raggiunto lo status di maggiore economia africana e ventiseiesima al mondo. Storico superamento del Sudafrica grazie al maggiore peso dei settori servizi e telecomunicazioni. Cala il peso del settore petrolifero, che ancora rappresenta il 70% delle entrate di bilancio, ed anche dell’agricoltura e dell’industria.Gli effetti della revisione della metodologia statistica sul PIL aiuta anche il Kenia che diventa la quarta nazione dell’area sub sahariana per PIL, cio’ aiutera’ l’approdo di nuovi fondi multilaterali e di investimenti esteri sui settori a piu’ alto valore aggiunto come TLC e bancario.

L’Africa e’ in pieno sviluppo con le Borse che si distinguono come quella Ghanese che guadagna oltre il 23% dall’inizio dell’anno .Ma le imminenti elezioni in Sudafrica e quelle prossime in Nigeria obbligano ad uno sguardo piu’ profondo di realta’ economiche promettenti fortemente condizionate da fatti interni ed attivita’ terroristiche da parte di gruppi estremisti che particolarmente in Nigeria e Kenia vedono i Governi impreparati e incapaci di arginare fenomeni gravi per gli effetti sociali ed economici.

Cosi’ il Kenia rimanda un imminente emissione di obbligazioni in dollari Usa con la quale si auspicava raccogliesse lo stesso successo dell’emissione lanciata dallo Zambia a 10 anni per 1 mld di usd, oltre 4 volte oversubscribed. Dopo i gravi fatti del Settembre scorso a Nairobi il Governo del Presidente Kenyatta resta sotto accusa per il giro di vite che dopo quell’attentato ha avviato, sullo sfondo di una lotta all’estremismo islamico operata con aperte violazioni dei diritti umani e restrizioni nel campo dell’informazione e dell’attivita’ delle ong estere. Anche la Tanzania sembra prossima ad un’emissione obbligazionaria e dopo che la Banca Mondiale ha approvato un prestito da USD 300 milioni per lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie nel Paese, anche il consenso dall’estero sembra rafforzarsi. Il potenziamento di questo importante tratto ferroviario, detto East African Central Corridor, aumentera’ anche il potenziale economico e commerciale verso i paesi vicini (Rwanda, Burundi, Uganda e Rep. Dem. Del Congo), migliorando le vie d’accesso al porto di Dar es Saalam e la competitività dell’intera area.

In Nigeria il recente efferato attentato ad Abuja e il rapimento di centinaia di studentesse da parte del Gruppo estremista Boko Haram, che negli ultimi anni e’ stato protagonista di decine di attentati verso le altre comunita’ religiose poste nel Sud del Paese, vede il Presidente Goodluck Jonathan promettere giustizia ma ottenere pochi risultati sul campo. Il gruppo terroristico e’ finanziato infatti dagli stessi governatorati del Nord, a maggioranza islamica, e come se non bastasse anche sul Delta del Niger i continui sabotaggi e i furti agli impianri petroliferi proseguono e son gia’ costati nel 2013 alla Nigeria 11 mld di dollari Usa. Pochi giorni prima dei morti di Abuja la Zenith Bank aveva piazzato un’emissione di obbligazioni per 500 ml di usd al 6.25%, con forti richieste ed un piazzamento in Usa, UK e Europa rispettivamente per il 44%, 35% e 9% , ed il 74% in mano ai gestori di fondi esteri.

I bond africani quindi beneficiano più in generale di un restringimento dell’indice SBAFSO di Standard Bank che vede il totale recupero della correzione avvenuta tra Maggio e metà Giugno 2013, in circa 10 mesi con un’ accelerazione nei flussi tra febbraio e aprile di quest’anno. La prospettiva evidente è quella di sovraperformare gli altri bond emergenti e di replicare la stessa dinamica, come già evidente sulle borse azionarie. Il mantenimento poi di prezzi del petrolio tra 105 e 110 $ favoriscono i Paesi produttori di Petrolio e vedono gli analisti convergere per una preferenza per Zambia e Ghana rispetto ad Angola e Mozambico.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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